Questa notte ho spento tutte le luci
in questo cottage di pietra col tetto in ardesia,
poi sono uscito a camminare nel bosco buio
e mi sono seduto su un masso accanto a un busto
che pareva di un sogghignante console romano,
con un mantello di cemento a coprirgli le spalle.
Ho guardato in alto al quarto di luna calante
e alle stelle gettate a caso come un pugno di sale
nel cielo lontano,
e ho fatto visita ad alcuni dei miei nuovi dilemmi
compreso dove vivrò e che cosa farò là,
e appoggiandomi all'indietro per accogliere in me la notte immensa,
sono giunto alla decisione
che mai più prenderò un'altra decisione.
Invece di sfrecciare in una direzione o in un'altra,
starò all'incrocio fino a quando il mio orologio
si scaricherà e gli abiti mi cadranno di dosso
e saranno trascinati da una forte pioggia fino al mare.
Invece di preferire una cosa a un'altra
non farò altro che immaginare
una pallina d'argento che oscilla avanti e indietro da una nuvola.
Festeggerò solo i due quinozi
e trascorrerò il resto del tempo
a tenere in equilibrio con monete d'argento i piatti di una bilancia
d'argento.
E avrò cura che l'immagine di un dondolo a bilico
o pinco panco come si chiamava una volta,
sia aggiunta allo stemma di famiglia,
cucito nella toppa vuota
proprio sotto l'aratro rotto
e sopra l'ape bendata.
Deve essere stato il cielo che d'inscuriva
a farle correre in tutte le direzioni
quel pomeriggio quando l'aria di fece di un giallo pallido,
ma non erano abituate a stare all'aperto
nelle piazze della nostre città
con ogni tipo di tempo possibile?
Forse sono state spaventate dal titolo
di un giornale portato dal vento
o sono stati i ragazzini con le divise per le arti marziali?
O avevano finalmente imparato chi erano gli uomini
che rappresentavano, mentre puntavano una spada a una nuvola?
Sapevano qualcosa che noi non sapevamo?
Quale sia la causa, nessuno scorderà
la scena di tutte quelle statue di marmo bianche
saltare giù dai piedistalli e correre via.
Nei parchi i chitarristi restarono in silenzio.
L'ambulante si bloccò sotto l'ombrellone.
Un cane cercò di nascondersi all'ombra del padrone.
Anche i giocatori di scacchi sotto gli alber
alzarono lo sguardo dalle scacchiere
abbastanza a lungo da vedere i generali di bronzo
scendere e correre via, lasciando i cavalli
lì a guardare i piccioni che volavano in tondo
rubare ancora alcune briciole al povero.